La storia dell'associazione - Pagina 4 PDF Stampa E-mail
Indice
La storia dell'associazione
Storia del cronometraggio sportivo a Ferrara
L'epoca dei pionieri
L'era di Lucinico Fornasari
Il breve periodo Zanforlini
La lunga epopea di Achilli
Gamberini il primo Presidente
Rondinone, l'uomo nuovo
Tutte le pagine

 

L'era di Lucinico Fornasari
Nel 1955 si apre dunque l'era di Lucinico Fornasari, per ben 15 anni segretario della sezione cronometristi di Ferrara. Di Fornasari, dei racconti e degli aneddoti di Fornasari, si potrebbe davvero scrivere un libro, tante sono le esperienze, tanta è la vita - sportiva e non - vissuta da questo eccezionale e squisito personaggio. Una persona di un'eleganza, di un fascino, di una cortesia e di una squisitezza davvero fuori dal comune. Il ragionier Lucinico Fornasari fu uno sportivo davvero fuori dal comune, oggi lo si definirebbe un eclettico, un polivalente.
Fu sportivo a tempo pieno: cavaliere, tennista, canottiere, vincitore di medaglie nel tiro a segno, protagonista di un concorso ippico a Roma quando superò una siepe ardente addirittura di fronte agli occhi dell'allora Fuehrer di Germania Adolf Hitler.


distintivoE divenne anche cronometrista, da Giudice Fidal che era, perchè - è lui a raccontare - l'allora cronometrista Vertuani, in occasione di una gara di atletica, voleva essere pagato in anticipo, così decisi che potevo anche fare il cronometrista, e dopo in po' divenni segretario. Quali sport ci impegnavano allora? Ovviamente l'atletica, da cui provenivo, e poi la 100 Miglia del Delta del Po e altre gare di motonautica alla Canottieri, tanto pattinaggio nell'anello di Piazza Ariostea sulla scia del Ferrarese Giorgio Burani campione del mondo a Parigi nel 1961, le manifestazioni di aeronautica, quando tornavamo a casa con il naso rosso a forza di guardare per aria, le gare di autoregolarità, quelle di nuoto, anche se c'erano ben poche piscine..."
Un posto particolare lo merita ovviamente la storica e gloriosa Mille Miglia, con l'arrivo a Ferrara nella notte, "e le macchine che venivano annunciate dalle trombe militari. Noi le aspettavamo in piazza, e avevamo creato una tabella per i tempi per cui tutti ci facevano grandi complimenti e ci ripetevano "che bravi questi cronometristi ferraresi!". In realtà non era così difficile, perché il numero di ogni macchina era quello dell'orario di partenza, la numero 420 era partita da Brescia alle 4 e 20, noi guardavamo l'ora d'arrivo ed ecco i dati in tempo reale..."
Lucinico Fornasari è stato anche uno dei 182 cronometristi che furono selezionati dalla Federazione Italiana, attraverso speciali esami tecnici e prove psicotecniche, per essere nel 1960 a Roma, in occasione dei giochi della XVII Olimpiade.
E come recita il Rapporto Ufficiale della manifestazione, "In considerazione della complessità del lavoro compiuto, dell'evoluzione e del progresso in campo agonistico e tecnico, si può senz'altro affermare che i cronometristi apparvero all'altezza del compito; e ciò nonostante l'esasperazione delle difficoltà, la maturità e l'affinamento degli atleti. Indubbiamente nell'esplicare il loro compito in una severa manifestazione quale è stata quella dell'Olimpiade Romana, i cronometristi tutti non vennero meno all'aspettativa e dimostrarono di possedere un grado di preparazione sotto ogni punto di vista ". Tra questi anche il nostro Fornasari, protagonista sul campo di un evento sicuramente tra i più significative della storia Italiana del dopoguerra.

Prontuario per il calcolo del tempoMa parlare con lui, o meglio ascoltarlo, è anche sentire di una Ferrara che non c'è più, attraverso le sue parole e quelle della moglie, leggendo i ritagli dei vecchi giornali e qualche articolo che lui stesso scriveva, guardando antiche foto e memorie che conserva con comprensibile gelosia e affetto, come uno dei primissimi cronometri al quinto di secondo ("Ma questo ve lo faccio solo vedere……."), come l'immagine di un giovane Fornasari a cavallo dove oggi sorge lo stadio della Spal.

Nella sua lunga era alla guida dei cronometristi ferraresi, la sezione crebbe e si consolidò, con tanti nuovi iscritti, che - racconta ancora Fornasari - "prima ancora di bravi cronometristi, cercavo fossero ragazzi seri, capaci di sapersi comportare in ogni occasione, capaci di saper parlare ma anche di ascoltare e, se il caso di tacere".
Insomma una persona davvero speciale, atleta e cronometrista ma anche pittore e giornalista che portava addosso un sacro fuoco capace di fargli spendere nel 1963 qualcosa come 147.000 lire quando il suo stipendio era di 115.000 al mese!

Prontuari di velocitàDa segretario regalava il cronometro agli allievi e questi se lo ripagavano prestando i loro servizi, da segretario, nei primi anni '60, organizzò anche nell'allora ufficio del C.O.N.I. una prima mostra sui cronometristi ferraresi. Era talmente attivo e impegnato che "ancora adesso ricordo i pochissimi week-end in cui non era impegnato a gareggiare o a cronometrare", sorride oggi la signora Fornasari.



 

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